
“Don’t try Strikki at home” è il nuovo album di Strikkiboy
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11/03/2025 | CarolinaElle
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“Don't try Strikki at home” è il titolo del primo album del rapper romano Strikkiboy in uscita venerdì 7 marzo in tutte le piattaforme digitali e CD per Time 2 Rap.
Nonostante si tratti di un debut album, almeno con questo nome d'arte, la carriera dell'MC comincia nel 2007 come Strikkinino tra progetti solisti e varie formazioni. Tor Bella Monaca è il quartiere di provenienza che lo ha sempre ispirato. Seppur in un ambiente difficile, simbolo della periferia romana, dove il grigio dei palazzoni è il colore predominante e dove l'unico racconto possibile sembra essere quello di un luogo catalizzatore dell'illegalità, con le rime del rap ha sempre voluto raccontare il disagio e la povertà urbana.
Il significato di “Don't try Strikki at home” è proprio questo: la vita di Strikkiboy divisa tra il lavoro di tutti i giorni, difficoltà familiari e il contesto sociale in cui è cresciuto non è per tutti. Nelle sue rime quindi racconta solo le sue personali esperienze di vita, dove la musica diventa uno strumento di rivalsa.
Il flow serrato che attraversa le dieci tracce, fa emergere le sue esperienze di freestyler di strada, mentre le sonorità con le produzioni di Kasterbrax, Phatale, dr Testo, Dj Exy e Johnny Scully, cristallizzano i beat del rap più classico con la contemporaneità dell'elettronica.
Hip-Hop come appartenenza, come approccio musicale e culturale, ma anche radicamento nella scena come dimostrano i numerosi ospiti che Strikkiboy ha voluto coinvolgere nell'album. Da Kento, modello rappresentante degli artisti conscious, ad Aurel altro esponente della scena di Tor Bella Monaca. Il fratello maggiore artistico Johnny Roy e il veterano Santo Trafficante, che l'artista ha sempre considerato sui punti di riferimento, ma anche l'MC gipsy/gitano Delgado. E poi la crew Back to the Roots composta da Phatale, Reics, Dais, 2b, Johnny Scully e Emme a di, che poco ha incluso al suo interno anche lo stesso Strikkiboy.
Nonostante si tratti di un debut album, almeno con questo nome d'arte, la carriera dell'MC comincia nel 2007 come Strikkinino tra progetti solisti e varie formazioni. Tor Bella Monaca è il quartiere di provenienza che lo ha sempre ispirato. Seppur in un ambiente difficile, simbolo della periferia romana, dove il grigio dei palazzoni è il colore predominante e dove l'unico racconto possibile sembra essere quello di un luogo catalizzatore dell'illegalità, con le rime del rap ha sempre voluto raccontare il disagio e la povertà urbana.
Il significato di “Don't try Strikki at home” è proprio questo: la vita di Strikkiboy divisa tra il lavoro di tutti i giorni, difficoltà familiari e il contesto sociale in cui è cresciuto non è per tutti. Nelle sue rime quindi racconta solo le sue personali esperienze di vita, dove la musica diventa uno strumento di rivalsa.
Il flow serrato che attraversa le dieci tracce, fa emergere le sue esperienze di freestyler di strada, mentre le sonorità con le produzioni di Kasterbrax, Phatale, dr Testo, Dj Exy e Johnny Scully, cristallizzano i beat del rap più classico con la contemporaneità dell'elettronica.
Hip-Hop come appartenenza, come approccio musicale e culturale, ma anche radicamento nella scena come dimostrano i numerosi ospiti che Strikkiboy ha voluto coinvolgere nell'album. Da Kento, modello rappresentante degli artisti conscious, ad Aurel altro esponente della scena di Tor Bella Monaca. Il fratello maggiore artistico Johnny Roy e il veterano Santo Trafficante, che l'artista ha sempre considerato sui punti di riferimento, ma anche l'MC gipsy/gitano Delgado. E poi la crew Back to the Roots composta da Phatale, Reics, Dais, 2b, Johnny Scully e Emme a di, che poco ha incluso al suo interno anche lo stesso Strikkiboy.
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